Post#08 - La varietà H42, ovvero l' "Ovetto" e l'annullo a cuore di Livorno

“OMNEVIVUM EX OVO” ovvero, tradotto liberamente dal latino, “tutto ciò che vive ha origine da un uovo”, espressione propria della cultura romana.

L’uovo è stato da tempo immemorabile carico di simbologia, vuoi perché generatore di vita, vuoi perché fonte di nutrimento primaria ed essenziale.

Le tracce dell’uovo quale elemento di culto si trovano già nelle prime civiltà umane, nelle culture neolitiche che ne realizzavano delle raffigurazioni in pietra o in terracotta.

L’elemento “uovo” è attore di svariate leggende tra cui quella della Fenice, che nasce con gli egizi (Bennu) e continua con molti altri popoli, l’uccello mitologico in grado di rinascere dalle proprie ceneri da un uovo appunto dopo essere bruciato in un nido fatto a forma di uovo.

Attraversando anche la cultura greca, il simbolo di uovo arriva fino al Cristianesimo dove oggi lo ritroviamo ad esempio come elemento di rinascita o resurrezione nell’usanza di benedire e regalare uova sode nel periodo di Pasqua.

L’idea di uovo ha sicuramente accompagnato ognuno di noi fin dall’infanzia, a tavola come pietanza principale o come ingrediente in svariate ricette, fino agli innumerevoli tipi di uova di cioccolato, che raggiungono talvolta anche dimensioni ragguardevoli o addirittura vere e proprie opere d’arte della cioccolateria.

Dal canto loro, i francobolli del Granducato di Toscana sono impreziositi dall’esistenza di una varietà che ricorda in modo evidente la forma dell’uovo. Si tratta della H42, alla cui descrizione dedichiamo questo post.

 

La varietà H42 (Mc5), ovvero l’ ”Ovetto”

Si tratta di fatto di una deformazione del cliché tale da creare una forma, perlopiù in positivo, che ricorda perfettamente quella di un piccolo uovo inclinato verso destra di circa 26° (Figura 98). Questo particolare si trova nel punto di congiunzione tra lo scudo, la parte superiore della zampa anteriore sinistra del leone e la parte inferiore della criniera.

Figura 96 – I cinque francobolli della Collezione nella varietà H42

In Figura 97 sono riportate le porzioni dei francobolli di Figura 96 che presentano il Dettaglio 80 tipico della varietà H42.

Figura 97 – Il Dettaglio 80 della varietà H42, ovvero l’ ”Ovetto”

Come già anticipato, in Figura 98 è riportato un ingrandimento del pezzo #147b dove sono state tracciate due linee tratteggiate in giallo in modo da mettere in evidenza la gradazione dell’inclinazione dell’elemento grafico tipico della varietà H42. Una prima linea tratteggiata perfettamente verticale è tracciata passante per il punto di minimo inferiore dell’ “Ovetto”, mentre una seconda linea tratteggiata è tracciata come bisettrice dell’ “Ovetto” stesso e quindi passante anch’essa per il suo punto di minimo. Come indicato nell’immagine, le due linee formano tra loro un angolo di 26° che quindi risulta essere il grado di inclinazione verso destra, ovvero in senso orario, dell’elemento grafico.

Figura 98 – Ingrandimento del Dettaglio 80 del pezzo #147b con evidenziato il grado di inclinazione dell’ovetto

La varietà H42 è chiaramente ed inequivocabilmente identificabile dalla presenza del Dettaglio 80. Il cliché della vignetta H42 presenta però anche altri micro-dettagli che risultano costanti nei vari valori.

In Figura 99 sono riportati i Dettagli 81 e 82. Si tratta per quanto riguarda il primo di una apertura dell’Ornato 4 in alto a destra e in una scalfittura esterna del Segmento 4 in basso all’altezza della parte bassa dell’Ornato 4. Questi due dettagli sono menzionati da LG mentre non sono identificati da CM. Nel caso degli autori CM l’esemplare che loro riportano come esempio nel loro manuale presenta chiaramente il Dettaglio 81, mentre non sembra esserci traccia del Dettaglio 82, che, come vediamo dagli esempi riportati in questo post, non sempre è chiaramente visibile, dipendendo probabilmente dalla quantità di inchiostro utilizzata per la stampa del francobollo in esame.

Figura 99 – Ingrandimento della zona dell’Elemento 8 (Ornato 4) con indicazione dei Dettagli 81 e 82 tipici della varietà H42

CM nel loro lavoro riportano come altri dettagli tipici della varietà H42, le deformazioni di alcuni caratteri delle diciture, in particolare del settimo della Dicitura 1, la “B”, e la prima e la quarta della Dicitura 3, ovvero la “T” e la “C”. In realtà negli esemplari a nostra disposizione è stata rilevata solamente una lievissima deformazione del quarto carattere della Dicitura 3, la “C” che mostra una leggera alterazione nella sua parte bassa, come indicato in Figura 100 nel Dettaglio 83. Le altre due deformazioni menzionate da CM non sono a nostro avviso da ritenersi presenti in alcun modo nella varietà H42.

Figura 100 – Ingrandimento della zona dell’Elemento 7 (Dicitura 3) con indicazione del Dettaglio 83 riscontrabile nella varietà H42

In Figura 101 sono riportate le immagini del recto e del verso del pezzo #071. Si tratta di un esemplare del quattro crazie prima emissione, verde su carta grigia, dai margini da ampi a perfetti, regolari e simmetrici, annullato con il datario a banderuola in rosso di Livorno. Come tipico di questo tipo di inchiostro, l’annullo non risulta coprente e anche dove la sua quantità è maggiore, il francobollo risulta comunque visibile. Il pezzo è corredato dal certificato storico di Giulio Bolaffi del 1969 e la sigla di garanzia del perito è ben visibile al verso. Il francobollo presenta al verso come elementi di filigrana, che fu impressa al verso, quattro linee orizzontali del gruppo di cinque cui chiaramente appartenevano, evidenziate con linee celesti sempre in Figura 101 nell’immagine più a destra.

Figura 101 – Composizione recto-verso del pezzo #071 con evidenziati gli elementi della filigrana, impressa al verso, ovvero quattro linee orizzontali

Il colore verde dell’inchiostro, abbinato a quello rosso dell’annullo, la posizione dello stesso perfettamente orizzontale e visibile per una metà quasi esatta, assieme alla sua non invasività e alla simmetria delle quattro linee orizzontali della filigrana, arricchite dalla varietà H42 e dal certificato storico di Giulio Bolaffi, fanno del francobollo #071 un pezzo di grande eleganza.

Figura 102 – Il pezzo #147 nella sua interezza

In Figura 102 è riportato nella sua interezza il pezzo da cui è stato tratto il francobollo #147b di Figura 96. Si tratta di una coppia verticale del valore da una crazia prima emissione, annullato in nero con un muto a cinque barre sottili, ripetuto, in modo deciso ma non deturpante, ampiamente marginata ai lati ed in alto, un ottimo margine quello in basso. Oltre ai due francobolli visibili per interno, si vedono chiaramente porzioni di altri sei francobolli adiacenti.

 

Figura 103 – Il pezzo #436 dal quale è stato tratto il francobollo centrale di Figura 96

La Figura 103 mostra per intero il pezzo dal quale è stato tratto il francobollo #436 di Figura 96. Si tratta di una sovracoperta di lettera spedita da Pescia il 12 di Gennaio del 1858 e diretta “All’illustrissimo Signor Pretore” di Fucecchio, contenente anche sette soldi e otto denari, come indicato dalla dicitura in cornice [Con  £ - 7. 8]. La missiva fu affrancata per quattro crazie ovvero per due crazie ogni 12 denari di peso (o mezza oncia o 14,2 grammi), come previsto dalla tariffa in vigore per l’interno a partire dal primo di Luglio del 1857.

Il francobollo apposto capovolto, perfettamente tagliato, dai margini completi, regolari e simmetrici fu annullato con il datario circolare di Pescia in nero, del quale solo un arco ne occupa in modo non troppo deturpante la terza porzione di destra.

Figura 104 – Il pezzo #541 da cui è stato tratto il francobollo in basso a destra di Figura 96

In Figura 104 è riportato per intero il pezzo #541 da cui è stato tratto il francobollo da un soldo della prima emissione riportato in Figura 96. Si tratta di un grande frammento di stampato, un listino valori compilato ed inviato dalla ditta “Morpurgo&Bianchini” di Livorno a Jacob Levi a Venezia il 27 di Aprile del 1852. Si tratta di un pezzo decisamente interessante per varie ragioni, tra le quali il fatto di essere uno dei pochi conosciuti di questa tipologia a mostrare l’annullo muto a cuore di Livorno quale unico annullatore del francobollo. Questo tipo di annullo viene definito “muto” in quanto non presenta nessuna indicazione riguardo la data di annullamento. Il pezzo è impreziosito dal fatto che il francobollo si presenta nella varietà H42, ovvero l’ “Ovetto”, è perfettamente marginato e l’annullo è impresso in modo molto leggero ma chiaramente leggibile e riconoscibile. Il frammento inoltre presenta il datario circolare di Livorno “Strada ferrata”, con apposta la firma dell’operatore postale, come quasi sempre osservabile in questi casi, il timbro della ditta che produsse lo stampato in ovale schiacciato azzurro e il bollo “V” in ovale floreale. Sono numerose le sigle o firme di garanzia apposte sul frammento, dai Diena, Alberto, Enzo ed Emilio, Giulio Bolaffi, Giacomo Bottacchi, nonché i timbrini delle “Aste Bolaffi” e dello Studio Asinelli di Torino. Il pezzo è appartenuto alle collezioni “Pedemonte” e dell’Ing. Provera. Si tratta di fatto di un oggetto di gran pregio e prestigio.

Di listini valori della “Morpurgo&Bianchini” affrancati con un francobollo da un soldo della prima emissione spediti da Livorno ne sono conosciuti molti e gli annulli che si possono riscontrare sul francobollo sono vari, tra i quali, quello a ragno di Livorno, il datario circolare “Strada ferrata” e il PD ombreggiato, sempre di Livorno e il datario circolare PD di Firenze.

In figura 105 è riportato un altro dei pochissimi esempi conosciuti del soldo su listino valori, annullato con il muto a cuore di Livorno. In questo caso l’annullo, completo, impresso sempre in modo molto uniforme, chiaro e perfettamente leggibile, risulta dai tratti più pesanti del pezzo di Figura 104. In questo caso il francobollo fu colpito anche dal timbro in azzurro della ditta produttrice, nella sua porzione in basso a destra. Poteva accadere infatti che il mittente delle missive annullasse preventivamente il francobollo, in modo “passante” come nel caso del pezzo #165, per evitare che un malintenzionato rimuovesse il francobollo dal supporto cartaceo prima della spedizione, per riutilizzalo. Il pezzo presenta a lato il datario circolare “Strada Ferrata” di Livorno con la stessa firma del pezzo precedente e fu spedito anche allo stesso destinatario a Venezia.

Figura 105 – Il pezzo #165 altro esempio di francobollo da un soldo della prima emissione su stampato da Livorno per Venezia del 4 Febbraio 1852, annullato con il Cuore di Livorno

Il francobollo apposto sul pezzo #165 presenta tre margini da completi ad abbondanti e solamente sul lato sinistro in alto risulta leggermente sfiorato.

Altra differenza tra il francobollo da un soldo della prima emissione del pezzo #165 e quello del pezzo #541 risiede nel colore (tinta). Nel primo caso si tratta di un tipico giallo limone su carta di colore particolarmente azzurrato, mentre nel secondo si tratta di un giallo bistro sempre su carta azzurrata.

In Figura 106 è riportato il verso del frammento #165 dove si possono osservare le parti standard stampate di questi listini valori, recanti alcuni dei titoli quotati e alcune delle quotazioni del momento compilate a penna.

Figura 106 – Il verso del frammento #165 di Figura 103 dove è visibile parte del listino valute, nelle parti stampate e in quelle compilate a penna

In Figura 107 è riportato il pezzo #412, un frammento di listino valori, prodotto e spedito dalla stessa ditta “Morpurgo&Bianchini”, come dimostrato dalla parte del loro timbro ovale schiacciato in azzurro in basso a destra del pezzo. In questo caso il francobollo fu annullato con il datario circolare di Livorno “Strada Ferrata” il 27 di Marzo del 1852. Si tratta di un esemplare da un soldo prima emissione di colore giallo limone, perfettamente marginato. Il datario circolare fu apposto anche a lato con la firma dello stesso operatore postale degli altri due pezzi mostrati in precedenza. Da notare che le condizioni particolari di spessore della carta, gommatura ed umidificazione di questo francobollo, permettono di distinguere perfettamente la filigrana senza dover osservare il pezzo in controluce. È infatti visibile una delle perle in corrispondenza della testa del leone e più in basso parte di una corona.

Figura 107 – Il frammento #412 spedito da Livorno il 27 Marzo 1852

Il confronto tra i pezzi #412 e #541 ci permette di notare che fino almeno al 27 di Marzo del 1852 l’Ufficio Postale di Livorno disponeva di francobolli da un soldo di colore giallo limone su carta intensamente colorata in azzurro, tipici delle prime emissioni, mentre almeno già dal 27 di Aprile dello stesso anno, la tipologia di francobolli a disposizione dello stesso Ufficio era cambiata o era stata integrata da quelli di colore “giallo bistro”.

 

Seguirà …

Nel prossimo post, il nono, completeremo la serie degli annulli muti a cuore mostrando degli esempi di quello di Firenze, grazie al quale potremmo introdurre e descrivere altre due interessanti varietà dei francobolli granducali.

 

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